domenica 25 dicembre 2011

Auguri 2011

lunedì 7 novembre 2011

Riemergere

Meno male che ho avuto modo, da poco di staccare la spina e ricaricarmi, perché sono appena terminati 8 giorni piuttosto intensi.
Tutto comincia sabato 29 ottobre, alle 5 del mattino, quando accompagno la mia dolce metà a Novara, a prendere il treno.
Parte per una settimana di formazione scout, nella splendida cornice delle foreste casentinesi, tra La Verna e Camaldoli.

2011_11 CFA la Verna - camaldoli (6)

per 8 giorni ho cucinato, lavato piatti, rassettato, accompagnato i miei pargoli.
Una bella esperienza, che ha dato loro modo di sperimentare ampi spazi di autonomia. Sono contento di averla fatta ma sono anche molto contento che sia finita.

mercoledì 26 ottobre 2011

Non ammesso a chi?

Ancora non sono stati pubblicati gli esiti completi (il Piemonte latita) che ecco dalla stampa la notizia che nei 100 quesiti ce ne sono 4 sbagliati, 18 con più risposte esatte e 16 malformulati.
38 quesiti sui 100 proposti non andavano dati, almeno secondo gli esperti.
Limitandoci ai 4 sbagliati dunque è possibile che vengano ammessi quelli che hanno risposto sbagliato (ma giusto secondo il ministero) ed esclusi quelli che han fatto giusto (ma sbagliato secondo il ministero).

Non c'è che dire, un bell'esempio di serietà e professionalità.
qui
, qui e qui gli articoli della stampa.

UPDATE: ore 18:00 scopro con rammarico che non sono tra i selezionati del Piemonte; scopro che far ricorso costa (per cominciare) 200 euri. Ore 19:00 decido che "chissenefrega", si fottano ministra e compagnia bella.

UPDATE2: qui, qui e qui altri articoli a riguardo.

martedì 25 ottobre 2011

Non è necessario essere particolarmente stressati o insoddisfatti per apprezzare appieno il fatto di riuscire, per 48 ore filate, a staccare la spina dal quotidiano.

Prendi 4 amici di vecchia data, mettiti daccordo con un buon anticipo per organizzare bene l'assenza dalle rispettive famiglie; aggiungi una casa in una piccola frazione montana e voilà, come per magia, spariscono orari e scadenze, pensieri e affanni, niente da programmare, da coordinare, da concludere.

48 ore di tempo sospeso, una bolla protettiva in cui scaricare le tossine della vita quotidiana, quelle che impercettibilmente si accumulano giorno dopo giorno.

Grazie amici miei per avermi, ancora una volta, regalato tutto questo.

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bosco

sabato 15 ottobre 2011

100 quesiti per 100 minuti

per chi fosse interessato qui trovate tutti i quesiti della prova e relative soluzioni.

giovedì 13 ottobre 2011

24 ore: cronache di ordinaria burocrazia

Devo presentarmi alle 8 del mattino a Torino, liceo Berti; chi non si presenta è fuori, nessuna giustificazione e allora, per evitare contrattempi e levatacce, decido di partire ieri e dormire a Torino.
Alle 17 inizio a preparare la valigia, documento, indirizzi, penne biro nere, e quant'altro. Il treno parte da Novara alle 18:48, puntuale. Arrivo a Torino e raggiungo l'alloggio; niente TV, niente studio, solo un libro, trilogia di Magdeburg, mi addormento verso le 11, mi sveglio un paio di volte ma tutto sommato riesco a dormire.
6:40 suona la sveglia, mi preparo, rifaccio la mia valigia ed eccomi lì, alle 7:45 davanti alla scuola insieme a un centinaio di altre persone, tutte col cognome tra la G e la N.
Un'umanità varia, tutti in attesa del famigerato quizzone.
Entriamo alle 8, io sono al terzo piano, aula 13, con altri 17 "aspiranti" che non conosco; ci accolgono due docenti del Berti, reclutate a far sorveglianza al plico dei libroni, incelofanati e sigillati, in bella mostra con le loro copertine rosse, sulla cattedra.
Ci si guarda, si scambia qualche parola, si aspetta; le sorveglianti leggono e rileggono i loro fogli di istruzioni. Qualcuno azzarda qualche battuta, l'atmosfera tra noi si scioglie un poco.
Dopo mezz'oretta di attese l'identificazione: veniamo chiamati alla cattedra, consegnamo il documento, apponiamo una firma e riceviamo la "busta piccola": in questa busta c'è un cartoncino con un codice a barre, il nostro nome e la data di nascita, noi dobbiamosolo firmarla e annerire il pallino per la scelta della lingua straniera; c'è anche uno spazio per nome, cognome e data di nascita è lasciato in bianco ma una scritta sottolineata avverte che tale spazio NON va compilato se i dati stampati sono esatti; naturalmente ce ne sono 3 che non leggono e compilano comunque quella parte. (pensiero cattivo: ecco un primo criterio per selezionare, se compili senza nemmeno leggere come puoi aspirare a dirigere una scuola?)
Che fare ? agitazione dei candidati caduti in fallo, agitazione dei colleghi di sorveglianza, si cerca la dirigente o l'ispettore; noi intanto aspettiamo, chi legge il giornale, chi chiacchera, chi ripassa.
Il tempo scorre, i discorsi si fano più personali, si commentano le recenti uscite della ministra, volano commenti salaci, si vaga tra aula, corridoio e macchinette.
Attenzione...tutti dentro....devono contarci e sapere esattamente quanti nella fila A e quanti nella fila B. Veniamo contati da tre persone diverse e ciascuna conta due volte; conta anche qualcuno di noi poi passano all'aula successiva e ricomincia l'attesa.
Arriva trafelata (siamo al 3 piano) un'altra signora che intima alle sorveglianti di far togliere tutto dai banchi: non è permesso a nessuno ripassare. Sguardi interrogativi tra noi, mormorii; sembra che un candidato di un'altra aula abbia lamentato che lui non poteva ripassare e dunque non era possibile farlo per nessuno. Sono incredulo, ciascuno di noi ha liberamente scelto se portarsi o no da ripassare; se, come me, hai scelto di non portarti nulla, di non ripassare, devi comunque rispettare chi vuole farlo fino all'ultimo; e poi, vista la mole di quiz, dubito che questo possa fare qualche differenza. Bah!
Tempo che scorre, gente passeggia per i corridoi, piccoli capannelli che chiaccherano. Chiedo il permesso di leggere il mio libro, con malcelata ironia invito sorveglianti e colleghi a verificare che non nasconda foglietti. Concesso. Il libro mi aiuta a non pensare, ogni tanto qualche discorso più interessante di altri mi distrae ma riesco a non pensare a quello che succede, non devo farmi venire il nervoso. Attendere pazientemente...conservare le energie.
Tempo che scorre...si commentano le istruzioni che nel frattempo ci hanno consegnato.
Ci consegneranno il librone, con tutte le 5700 domande, un foglio a lettura ottica: 4 pallini, opzione A,B,C o D, su 4 colonne per 25 righe, numerati progressivamente da 1 a  100; ben visibile su un fianco la lettera che identifica la fila e le istruzioni per annerire bene il pallino; sbarrare, spuntare o crocettare non vale! annerire. per bene.
Su un altro foglio ci saranno, sempre numerati da 1 a 100, i numeri delle domande scelte.
Operativamente: prima leggi il numero della domanda sul primo foglio, poi sfogli il librone per trovare la domanda, la leggi, leggi le 4 possibili risposte e riporti la lettera che ritieni giusta annerendo il pallino corrispondente sull'ultimo foglio. Due passaggi da fare con cautela visto che ci sono solo corrispondeze tra numeri. Eppure dovrebbero conoscere il trucchetto di inserire uno sfondo a righe alternate per facilitare la scrittura; evidentemente no. E se mi sbaglio nel riportare un pallino? peggio per me. Nessun errore è sanabile. "Fate la minuta sul foglio delle domande" suggerisce qualcuno, poi però ci vuole il tempo di riportare le risposte sul foglio a lettura ottica. Pennarello ? No. riportare dalla minuta in biro richiede 3-4 secondi, anche 5 se riguardi la lettera per non sbagliare; sono 8 minuti solo per ricopiare le risposte.
Avremo tassativamente 100 minuti, quindi in meno di un minuto dovremo cercare la domanda, leggerla, capirla, dare la risposta. Tipo rischiatutto insomma. Ma almeno i numeri delle domande saranno in ordine? Naturalmente no. Meno male che non ho il naso che cola sennò significava che per soffirami il naso mi bruciavo altri 7-8 minuti.
Nell'attesa che si protrae, somo oramai quasi le 11, i commenti verso ministra, governo e compagnia bella si fanno sempre più taglienti; l'insofferenza dilaga, siamo in attesa da 3 ore, senza poterci allontanare troppo né rilassare, un'atmosfera che mi ricorda quella delle barzellette dove il neo-padre vaga su e giù fuori dalla sala parto in attesa spasmodica che l'ostetrica venga ad annunciare il sesso del nascituro. Solo che qui, su questo piano, siamo quasi un centinaio.
Nel frattempo altri due falsi allarmi quando la dirigente è arrivata prima a portarci le buste grandi e i fogli a lettura ottica e poi quando è venuta a riprendersi due cartelline erroneamente consegnate.
11:30 arriva nuovamente la dirigente e come ogni arrivo precedente sembra un sasso in un formicaio: dai corridoi e dalle macchinette gli "aspiranti" si interrompono e ognuno raggiunge il proprio banco; anche stavolta non è la volta buona, vengono lette ufficialmente le istruzioni operative e chiariti gli ultimi dubbi: nessuno deve in alcun modo togliere il cellophane dal librone dei quesiti prima del suono della campanella; le sorveglianti dovranno tassativamente far cessare la compilazione al successivo suono di campanella.
11:45 arrivano i fogli con le domande; i sigilli dai libroni vengono aperti.
11:53 ci consegnano librone, foglio delle domande e foglio a lettura ottica; il tempo rallenta, tutti ai propri banchi, qualcuno osa e annerisce il pallino della lingua straniera scelta...4 secondi guadagnati.
Non so cosa provano tutti quelli che, sulla linea di partenza, aspettano il VIA, non sono mai stato un bravo sportivo e quando gareggiavo sapevo già di non avere chance, ma oggi credo di aver provato una sensazione simile. Il tempo si dilata e noi attendiamo....11:55...11:58...12:00...12:05: DRIIIIIIINNNNNN.
Mentre scrivo questo resoconto mi accorgo che quei cento minuti sono volati in un niente, chiuso nella mia bolla, mentalmente avevo già riordinato i primi 30 quesiti e sono partito, senza soste, senza tentennamenti, senza indugi.
Una domanda dopo l'altra segnavo la risposta sulla minuta e dove avevo dei dubbi piegavo il foglio del librone ripromettendomi di tornarci successivamente mentre nel mio foglio segnavo le possibili risposte buone. Via, una domanda dopo l'altra, veloce, carico, determinato quando la voce di una sorvegliante annuncia il giro di boa: metà tempo è andata.
Conto; pensavo di avere un buon ritmo e invece sono alla 48°; merda. Cambio di stragegia, nessun ripensamento è concesso; faccio le successive senza più piegare nulla, sperando di poter riguardare quelle lasciate in sospeso (una decina), leggo, rispondo e via; rifletterci? un lusso che non mi posso permettere.
Arrivo all'ultima domanda, mancano 8 minuti, riporto le risposte singole sul foglio a lettura ottica, mancano 3 minuti, provo a rileggere un paio di domande, manca 1 minuto, scelgo a sorte là dove avevo ipotizzato due possibilità, suona la campana, le ultime due, su cui non avevo nessuna ipotesi le annerisco alla cieca mentre le sorveglianti già stanno raccogliendo le buste.
Mi abbandono sulla sedia in preda ad una domanda: perché così poco tempo? Delle perplessità sul metodo del quizzone, dell'eccessivo nozionismo ho già scritto, ma ancora non mi spiego perché non darci nemmeno il tempo di riflettere? com'è possibile avere solo certezze in ogni ambito? quale logica in tutto questo?
Rinuncio a capire, sono fiacco. Resto seduto mentre quelli che non ce la fanno più si accalcano all'uscita, mi lascio attrarre da qualche mano che già stringe accendino e sigarette tra le mani; non mi alzo lasciando evaporare l'improvviso desiderio di fumare, infine prendo le mie cose e torno alla stazione; una sosta per una focaccia e una per dei dolcetti da condividere dopo cena.
Il treno parte alle 14:48, sono a casa poco prima delle 17.
24 ore.
Potrei controllare quante risposte ho azzeccato, ci hanno lasciato tenere librone e minuta, ma non ne ho voglia, riempio la vasca di acqua bollente, qualche goccia di olio profumato. Darò un bacio a mia moglie, ascolterò i miei figli e poi ho tante cose arretrate da smaltire. Domani è un altro giorno.

sabato 8 ottobre 2011

Lotterie

Mercoledì partecipo all'estrazione di un biglietto di ingresso per poter sostenere un esame e, magari, cambiare lavoro. A parte la mia personalissima difficoltà nel memorizzare nozioni pure e fini a loro stesse, a parte tutti i dubbi sull'utilità di una selezione basata esclusivamente sul nozionismo e sulla fortuna, ma dico, adesso ci dite che una domanda su cinque è sbagliata. E quello che avevo studiato come faccio a cancellarlo?
qui l'ansa.
qui una autorevole riflessione.

mercoledì 5 ottobre 2011

contro ogni censura

L'arroganza di costringere, per legge, a pubblicare una rettifica entro 48 ore dalla richiesta, senza che ci sia il giudizio di un giudice terzo ma unicamente in base alle opinioni del soggetto che si ritiene danneggiato è abnorme. (comma 29 del DDL sulle intercettazioni)
Un simile provvedimento è un bavaglio ad ogni libera informazione; una destabilizzazione del sistema, una censura a tutti gli effetti.
Fino a quando sarà consentito a questi dementi di rovinare il nostro bel paese?
#governodimerda.

venerdì 30 settembre 2011

Net Feticismo

"Ci sono multinazionali che tutti i giorni (in rete) espropriano ricchezza sociale e (dietro le quinte) vessano maestranze ai quattro angoli del mondo, eppure sono considerate… “meno multinazionali” delle altre.
Finché non ci si renderà conto che Apple è come la Monsanto, che Google è come la Novartis, che fare l’apologia di una corporation è la pratica narrativa più tossica che esista, si tratti di Google, FIAT, Facebook, Disney o Nestlé… Finché non ci si renderà conto di questo, nella rete ci staremo come pesci
.
"

un lungo articolo di Wu Ming (qui completo) mette a nudo l'incoerenza di chi venera i dispositivi Apple (o Google o Amazon...) e scende in piazza a protestare contro le multinazionali.
Da leggere.

mercoledì 21 settembre 2011

Facciamoci del male

giovedì 1 settembre 2011

Non studiate!


"CARI RAGAZZI, cari giovani: non studiate! Soprattutto, non nella scuola pubblica. Ve lo dice uno che ha sempre studiato e studia da sempre. Che senza studiare non saprebbe che fare. Che a scuola si sente a casa propria.

Ascoltatemi: non studiate. Non nella scuola pubblica, comunque. Non vi garantisce un lavoro, né un reddito. Allunga la vostra precarietà. La vostra dipendenza dalla famiglia. Non vi garantisce prestigio sociale. Vi pare che i vostri maestri e i vostri professori ne abbiano? Meritano il vostro rispetto, la vostra deferenza? I vostri genitori li considerano “classe dirigente”? Difficile.

Qualsiasi libero professionista, commerciante, artigiano, non dico imprenditore, guadagna più di loro. E poi vi pare che godano di considerazione sociale? I ministri li definiscono fannulloni. Il governo una categoria da “tagliare”. Ed effettivamente “tagliata”, dal punto di vista degli organici, degli stipendi, dei fondi per l’attività ordinaria e per la ricerca.

E, poi, che cosa hanno da insegnare ancora? Oggi la “cultura” passa tutta attraverso Internet e i New media. A proposito dei quali, voi, ragazzi, ne sapete molto più di loro. Perché voi siete, in larga parte e in larga misura, “nativi digitali”, mentre loro (noi), gli insegnanti, i professori, di “digitali”, spesso, hanno solo le impronte. E poi quanti di voi e dei vostri genitori ne accettano i giudizi? Quanti di voi e dei vostri genitori, quando si tratta di giudizi – e di voti – negativi, non li considerano pre-giudizi, viziati da malanimo?

Per cui, cari ragazzi, non studiate! Non andate a scuola. In quella pubblica almeno. Non avete nulla da imparare e neppure da ottenere. Per il titolo di studio, basta poco. Un istituto privato che vi faccia ottenere in poco tempo e con poco sforzo, un diploma, perfino una laurea. Restandovene tranquillamente a casa vostra. Tanto non vi servirà a molto. Per fare il precario, la velina o il tronista non sono richiesti titoli di studio. Per avere una retribuzione alta e magari una pensione sicura a 25 anni: basta andare in Parlamento o in Regione. Basta essere figli o parenti di un parlamentare o di un uomo politico. Uno di quelli che sparano sulla scuola, sulla cultura e sullo Stato. Sul Pubblico. Sui privilegi della Casta. (Cioè: degli altri). L’Istruzione, la Cultura, a questo fine, non servono.

Non studiate, ragazzi. Non andate a scuola. Tanto meno in quella pubblica. Anni buttati. Non vi serviranno neppure a maturare anzianità di servizio, in vista della pensione. Che, d’altronde, non riuscirete mai ad avere. Perché la vostra generazione è destinata a un presente lavorativo incerto e a un futuro certamente senza pensione. Gli anni passati a studiare all’università. Scordateveli. Non riuscirete a utilizzarli per la vostra anzianità. Il governo li considera, comunque, “inutili”. Tanto più come incentivo. A studiare.

Per cui, cari ragazzi, non studiate. Se necessario, fingete, visto che, comunque, è meglio studiare che andare a lavorare, quando il lavoro non c’è. E se c’è, è intermittente, temporaneo. Precario. Ma, se potete, guardate i maestri e i professori con indulgenza. Sono una categoria residua (e “protetta”). Una specie in via d’estinzione, mal sopportata. Sopravvissuta a un’era ormai passata. Quando la scuola e la cultura servivano. Erano fattori di prestigio.

Oggi non è più così. I Professori: verranno aboliti per legge, insieme alla Scuola. D’altronde, studiare non serve. E la cultura vi creerà più guai che vantaggi. Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Ma oggi non conviene. Si tratta di vizi insopportabili. Cari ragazzi, ascoltatemi: meglio furbi che colti!"

mercoledì 31 agosto 2011

Sfigatto

Della comparsa di Cece in casa mia vi ho già parlato; ora vi racconto il resto della sua (purtroppo) breve vita.
L'intera famiglia doveva partire il 10 luglio per Montorfano (VB) e si è deciso di portare Cece con noi; caricato quindi gabbietta, cesta e sabbietta eccoci tutti quanti in questo piccolo borgo.
Che dire, avrebbe potuto scomparire già dal primo giorno ma per tutta la settimana Cece è rimasto con noi, godendosi (e talvolta subendosi) le coccole di 20 bambini che alla minima occasione se lo contendevano.
Tornati da Montorfano siamo rimasti a Sizzano ancora 4 giorni e poi ci siamo trasferiti in montagna, a Malesco, luogo meno isolato e molto più frequentato del precedente.
I primi due giorni li ha dedicati a prendere coscienza del territorio poi ha tentato qualche spedizione fuori dal cortile; la cosa mi ha preoccupato ma ciò nonostante non me la sono sentita di chiudere il gatto in casa. I gatti sono animali liberi, per questo mi piacciono; non ho mai avuto un gatto senza che potesse uscire (anche a Milano, ai tempi dell'università)
Sabato 23 luglio però, rientrati dalla camminata, Cece non c'era. Abbiamo perlustrato i dintorni, Io e i bambini, per oltre un ora, chiamandolo. Senza risultato.
Abbiamo cenato mestamente, sperando che non fosse morto poi ancora ricerche, fino alle 20:40 che poi c'era uno spettacolo a S. Maria.
Ci siamo diretti alla macchina e io, prima di salirci, quasi automaticamente ho lanciato un ennesimo richiamo a cui è seguito un debole miagolio. Io e i bambini scattiamo per trovarne l'origine: nascosto dietro un sasso, vicino a una scala, stava Cece, immobile.
L'ho raccolto, le zampe posteriori in posizione innaturale non rispondevano e perdeva sangue.
Caccia al veterinario (è fuori per un urgenza)..attesa... visita, ecografia, iniezione; probabilmente investito; ci consiglia di lasciarlo da lui la notte; "potrebbe non farcela".
Al mattino siamo lì, all'ora indicata; Cece è ancora vivo; è il momento delle radiografie e, munito di un pesante grembiule, lo tengo fermo sotto la RX. Bacino fratturato, anzi frantumato. Si può sperare che guarisca, restando zoppo ma facendo comunque una vita dignitosa. Accetto.
E così compro i farmaci, gli preparo un giaciglio e comincia l'accudimento: imboccarlo, fargli prendere le medicine (che non gradisce), pulire le deiezioni (frequenti).
Pian piano Cece migliora e dopo una settimana sospendo il cortisone; comincia a cercare di muoversi ma non trova l'equilibrio e cade sempre di lato. Dopo una decina di giorni sono scomparsi gli ematomi e cominciamo a ritrovare una certa regolarità: la mattina mi sveglia verso le otto, mi alzo, lo pulisco e gli do da mangiare; qualche coccola e poi dormiamo un'altra oretta; ho anche cominciato a portarlo fuori, lo metto su un prato e lo aiuto a reggersi, almeno fino a sabato 6 agosto, quando dopo avermi svegliato come al solito, fa per tirarsi su ma crolla su un fianco con lo sguardo vitreo...lo accarezzo...respira a stento... corro dal veterinario, per fortuna è in casa, dormiva ancora...ma non c'è più nulla da fare..."probabilmente un embolo"....

addio Cece, meteora di emozioni.

mercoledì 6 luglio 2011

insegnanti buoni o cattivi?

Una storiella, una di quelle impropriamente chiamate "storielle Zen", racconta di un Samurai che, uscito vittorioso da una difficile battaglia, si addormenta ai piedi di un gelso in fiore.
Al risveglio la sua attenzione viene rapita da un bozzolo che, illuminato dal sole, si muove lasciando intuire al suo interno la farfalla pronta ad uscirne.
Restò lì, immobile, alcune ore osservando gli sforzi che la creatura faceva per rompere il bozzolo e quando vide che i movimenti erano cessati, quando pareva che la farfalla avesse fatto tutto quello che poteva e che non avesse più possibilità di fare altro, il Samurai fu colto da una profonda compassione e col cuore colmo d'amore si avvicino al bozzolo e delicatamente lo aprì per fare uscire la farfalla.
La farfalla uscì immediatamente ma il suo corpo era rattrappito e le sue ali, poco sviluppate, si muovevano a stento. Il bravo Samurai rimase lì con lei a lungo, sperando che da un momento all'altro le ali si spiegassero e lei cominciasse a volare.
Solo al tramonto il Samurai si rese conto dell'amara verità: la farfalla era destinata a passare il resto della sua esistenza a terra perché quelle ali non si sarebbero mai più sviluppate. Il gesto d'amore del Samurai l'aveva condannata perché lo sforzo di rompere il bozzolo era ciò che serviva per rendere le sue ali pronte a sostenerla.
Ripenso spesso a questa storiella, soprattutto in occasione degli scrutini scolastici perché credo che molti, troppi, insegnanti si comportino come il Samurai della storiella e, con il cuore colmo d'amore, promuovano convinti di aiutare senza riflettere se, così facendo, non li si mandi avanti "con le ali rattrappite".

qui la versione stampabile.

lunedì 4 luglio 2011

vi presento Cece

pappatoria

mi prendi in braccio?

qui altro.

domenica 3 luglio 2011

le api

oggi il felino si è molto divertito a saltare in mezzo al trifoglio in fiore; quando qualcuno è in cortile lui si sente sicuro e si avventura. Lo attiravano soprattutto api e bombi che in gran numero si posavano sui fiori; ci ha messo poco a catturarne una e altrettanto poco a scoprire che pungono.
Ha fatto un salto a decollo verticale e poi, di gran carriera si è ritirato nel suo angolo leccando e scuotendo la zampina.
ah la natura...

sabato 2 luglio 2011

accade un giorno che

verso le due, arrivi a casa e trovi lui

gatto

che sta intimorito sotto l'alzata di un gradino immobile mentre ti fissa. Marco, il piccolo, esce tutto eccitato e mi racconta i vari passaggi che l'han portato da noi, dopo che qualcuno l'ha trovato per strada.
ho un debole per i gatti, rischio di affezionarmi e non è certo il periodo giusto per aggiungere una responsabilità in più.
La famiglia però sta uscendo, vanno agli scout e ne avranno fino a sera e mi lasciano li, col nuovo arrivato. lo faccio mangiare un pò poi salgo, i bimbi gli hanno già messo la sabbietta e una cesta; me ne guardo bene dal dargli un nome.
cerco di non pensarci mentre lavoro un po; cerco di convincermi che qualcuno lo sta cercando, che troveremo presto il suo padrone.
Resisto un paio d'ore poi, con una leccornia in mano, scendo a vedere che succede.
Non si è mosso da quell'angolo di cortile e come ti avvicini ti si struscia senza alcun timore; sembra aver familiarità con l'uomo, la sabbietta e la cesta mentre non si osa avventurarsi tra le fragole che ha di fronte; se mi allontano mi segue; cerca di arrampicarsi quando sei seduto.
Sembra proprio un gatto cresciuto in casa e non capisco come abbia potuto perdersi.
Sto con lui a lungo, lo accompagno ad esplorare il giardino, lo coccolo e lo nutro finché non mi si addormenta su una spalla, in precario equilibri e mi tiene lì, immobile, nel giardino in fiore, con il clima perfetto per essere in pace con il mondo intero. ma non ha ancora un nome.

sabato 25 giugno 2011

Rondini

Da qualche anno a questa parte, in questo periodo, le giovani rondini vengono a giocare nel mio giardinetto. E davvero incantevole alzarsi al mattino e silenziosamente osservarle mentre svolazzano e dondolano sui rami del kiwi.

Quest'anno sono riuscito a filmarle.


Rane di pozzanghera

lunedì 20 giugno 2011

alle solite

Finiti gli scrutini, come al solito, rimesto le mie frustrazioni; non sopporto vedere come i furbi vengano premiati e gli sgobboni gabbati. Lavoro in una scuola che non valorizza il merito e mi sto veramente stufando dell'ambiente in cui mi trovo. Ho bisogno di un anno sabbatico.

mercoledì 1 giugno 2011

Sperimentare

Ho fatto un esperimento e mentre insegnavo informatica ai miei alunni di quinta ho cercato di usare Facebook come spporto didattico. FB lo usavano tutti, è uno strumento con cui hanno dimestichezza e secondo me offre buone opportunità anche per usi intelligenti.
L'esperienza mi è piaciuta e ne è nata una relazione che ho presentato qui. Che ne pensate ?

giovedì 19 maggio 2011

week end con ritiro spirituale


panta rei


sacrifici


dotte disquisizioni


lo sguardo sul mondo


la saggezza


il dubbio


l'illuminazione

martedì 10 maggio 2011

14 anni fa

lunedì 4 aprile 2011

Giorni affollati

La pubblicazione di post è scarna, un pò perché non sono molto in forma, un pò perché sembra che le giornate non abbiano abbastanza ore per permettermi di fare ciò che vorrei fare.
IN compenso sembra che Juk Juk abbia trovato il tempo per aggiornare il suo blog.

sabato 19 marzo 2011

Gita 2011

Quattro giorni a Roma con le quarte, dal 14 al 17 marzo. Qui l'itinerario. Le foto su FB.

venerdì 4 marzo 2011

Oroscopo

L'astrologia non è un tema a cui mi interesso molto ma questo oroscopo mi sento di consigliarvelo.
buona predizione

lunedì 21 febbraio 2011

indifferenza

mercoledì 16 febbraio 2011

altrove

Sono un ex possessore di azioni Parmalat (poche), prese quando il titolo valeva poco ma prima che si scoprisse che i bilanci erano falsi.
Mentre qui in Italia gli azionisti l'hanno preso in quel posto e basta (a meno di pagare un avvocato e far causa singolarmente) negli USA hanno dato il via a una class action.
Ho aderito via mail, senza dover pagare un legale e senza dovermi muovere da casa.
Oggi ho ricevuto per posta un assegno; abbiamo ottenuto un risarcimento. Irrisorio, sì (16 euro contro i 1200 investiti), lo ammetto ma quello che secondo me è degno di nota è proprio il metodo.

Un altro concetto di civiltà.

parmalatsettlement

lunedì 7 febbraio 2011

Creatività



tra l'altro, 25 anni fa, Giorgio Bocca scriveva questo. 25 anni.

mercoledì 26 gennaio 2011

imperturbabili

Alcune persone ti ascoltano e ti osservano con lo sguardo di chi la sa lunga; ti compatiscono, non capiscono perché ti accalori, cosa ci guadagni a cercare di cambiare le cose.
Magari ti danno anche ragione ma dubitano, anche delle evidenze che gli fai notare, non vogliono esporsi. Se denunci qualcosa che non va non ti ascoltano, pensano che li vuoi fregare. Hanno fretta, hanno sempre fretta. Domani, per loro, è sempre un altro giorno che DEVE essere uguale agli altri. Nulla deve turbare la loro pace. Qualsiasi proposta offri loro non va bene; o è troppo blanda, o non è costruttiva o qualcos'altro ancora. Sono convinti che dal cambiamento seguiranno inevitabilmente disastri.
Ma quanti sono gli indifferenti in questo dannato Paese? Sarà mai possibile smuoverli?
Talvolta mi chiedo chi me lo fa fare e, tra le tante ottime ragioni, una è quella di non diventare così.

venerdì 21 gennaio 2011

resistere,resistere,resistere....

Mi sento ancora una volta Don Chisciotte; mi accaloro, dibatto scrivo contro un sistema di potere che detesto ma senza ottenere risultati.
Per non tediare i lettori (pochi) di questo blog, ne ho aperto un altro, dedicato esclusivamente alla mia attivita di membro del consiglio di istituto scolastico.
Lo trovate qui o nei link a fianco.

sabato 15 gennaio 2011

Aggiornamento

un mese fa ho chiesto al mio dirigente un compenso adeguato.
Sono 3 anni che gestisco il sistema informatico didattico che è formato da 40 PC e un server; circa 230 allievi hanno una password personale per l'accesso e una casella e-mail interna; oltre 60 docenti hanno la loro password e una casella e-mail personale; ognuno ha uno spazio di memoria su server ed ho anche creato e gestito un sito usato per informare studenti e docenti e per condividere materiale.
In 3 anni non c'è stato mai un fermo dovuto a malfunzionamenti; 2 soli interventi da parte di una ditta esterna, uno in garanzia e un'altro per la sostituzione di un HD. Nessuna diffuzione di malware, software aggiornato e patchato regolarmente.
Ebbene tutto questo non vale niente, o quasi; non è disposto a concedermi più di 5-600 euri lordi all'anno.
Ho detto no.
Se i soldi fossero pochi per tutti sarei anche disposto ad accontentarmi ma siccome c'è gente che ne prende più di duemila e non sono ancora riuscito a sapere per cosa, si trovi qualcun altro.
Mi spiace per i colleghi e i ragazzi che sono quelli che ci rimetteranno, ma sembra che al capo non gli importi nulla di tutto questo; se la prendano con lui.

domenica 9 gennaio 2011

classifiche

domenica 2 gennaio 2011

Buon Anno