sabato 2 luglio 2011

accade un giorno che

verso le due, arrivi a casa e trovi lui

gatto

che sta intimorito sotto l'alzata di un gradino immobile mentre ti fissa. Marco, il piccolo, esce tutto eccitato e mi racconta i vari passaggi che l'han portato da noi, dopo che qualcuno l'ha trovato per strada.
ho un debole per i gatti, rischio di affezionarmi e non è certo il periodo giusto per aggiungere una responsabilità in più.
La famiglia però sta uscendo, vanno agli scout e ne avranno fino a sera e mi lasciano li, col nuovo arrivato. lo faccio mangiare un pò poi salgo, i bimbi gli hanno già messo la sabbietta e una cesta; me ne guardo bene dal dargli un nome.
cerco di non pensarci mentre lavoro un po; cerco di convincermi che qualcuno lo sta cercando, che troveremo presto il suo padrone.
Resisto un paio d'ore poi, con una leccornia in mano, scendo a vedere che succede.
Non si è mosso da quell'angolo di cortile e come ti avvicini ti si struscia senza alcun timore; sembra aver familiarità con l'uomo, la sabbietta e la cesta mentre non si osa avventurarsi tra le fragole che ha di fronte; se mi allontano mi segue; cerca di arrampicarsi quando sei seduto.
Sembra proprio un gatto cresciuto in casa e non capisco come abbia potuto perdersi.
Sto con lui a lungo, lo accompagno ad esplorare il giardino, lo coccolo e lo nutro finché non mi si addormenta su una spalla, in precario equilibri e mi tiene lì, immobile, nel giardino in fiore, con il clima perfetto per essere in pace con il mondo intero. ma non ha ancora un nome.

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