giovedì 13 ottobre 2011

24 ore: cronache di ordinaria burocrazia

Devo presentarmi alle 8 del mattino a Torino, liceo Berti; chi non si presenta è fuori, nessuna giustificazione e allora, per evitare contrattempi e levatacce, decido di partire ieri e dormire a Torino.
Alle 17 inizio a preparare la valigia, documento, indirizzi, penne biro nere, e quant'altro. Il treno parte da Novara alle 18:48, puntuale. Arrivo a Torino e raggiungo l'alloggio; niente TV, niente studio, solo un libro, trilogia di Magdeburg, mi addormento verso le 11, mi sveglio un paio di volte ma tutto sommato riesco a dormire.
6:40 suona la sveglia, mi preparo, rifaccio la mia valigia ed eccomi lì, alle 7:45 davanti alla scuola insieme a un centinaio di altre persone, tutte col cognome tra la G e la N.
Un'umanità varia, tutti in attesa del famigerato quizzone.
Entriamo alle 8, io sono al terzo piano, aula 13, con altri 17 "aspiranti" che non conosco; ci accolgono due docenti del Berti, reclutate a far sorveglianza al plico dei libroni, incelofanati e sigillati, in bella mostra con le loro copertine rosse, sulla cattedra.
Ci si guarda, si scambia qualche parola, si aspetta; le sorveglianti leggono e rileggono i loro fogli di istruzioni. Qualcuno azzarda qualche battuta, l'atmosfera tra noi si scioglie un poco.
Dopo mezz'oretta di attese l'identificazione: veniamo chiamati alla cattedra, consegnamo il documento, apponiamo una firma e riceviamo la "busta piccola": in questa busta c'è un cartoncino con un codice a barre, il nostro nome e la data di nascita, noi dobbiamosolo firmarla e annerire il pallino per la scelta della lingua straniera; c'è anche uno spazio per nome, cognome e data di nascita è lasciato in bianco ma una scritta sottolineata avverte che tale spazio NON va compilato se i dati stampati sono esatti; naturalmente ce ne sono 3 che non leggono e compilano comunque quella parte. (pensiero cattivo: ecco un primo criterio per selezionare, se compili senza nemmeno leggere come puoi aspirare a dirigere una scuola?)
Che fare ? agitazione dei candidati caduti in fallo, agitazione dei colleghi di sorveglianza, si cerca la dirigente o l'ispettore; noi intanto aspettiamo, chi legge il giornale, chi chiacchera, chi ripassa.
Il tempo scorre, i discorsi si fano più personali, si commentano le recenti uscite della ministra, volano commenti salaci, si vaga tra aula, corridoio e macchinette.
Attenzione...tutti dentro....devono contarci e sapere esattamente quanti nella fila A e quanti nella fila B. Veniamo contati da tre persone diverse e ciascuna conta due volte; conta anche qualcuno di noi poi passano all'aula successiva e ricomincia l'attesa.
Arriva trafelata (siamo al 3 piano) un'altra signora che intima alle sorveglianti di far togliere tutto dai banchi: non è permesso a nessuno ripassare. Sguardi interrogativi tra noi, mormorii; sembra che un candidato di un'altra aula abbia lamentato che lui non poteva ripassare e dunque non era possibile farlo per nessuno. Sono incredulo, ciascuno di noi ha liberamente scelto se portarsi o no da ripassare; se, come me, hai scelto di non portarti nulla, di non ripassare, devi comunque rispettare chi vuole farlo fino all'ultimo; e poi, vista la mole di quiz, dubito che questo possa fare qualche differenza. Bah!
Tempo che scorre, gente passeggia per i corridoi, piccoli capannelli che chiaccherano. Chiedo il permesso di leggere il mio libro, con malcelata ironia invito sorveglianti e colleghi a verificare che non nasconda foglietti. Concesso. Il libro mi aiuta a non pensare, ogni tanto qualche discorso più interessante di altri mi distrae ma riesco a non pensare a quello che succede, non devo farmi venire il nervoso. Attendere pazientemente...conservare le energie.
Tempo che scorre...si commentano le istruzioni che nel frattempo ci hanno consegnato.
Ci consegneranno il librone, con tutte le 5700 domande, un foglio a lettura ottica: 4 pallini, opzione A,B,C o D, su 4 colonne per 25 righe, numerati progressivamente da 1 a  100; ben visibile su un fianco la lettera che identifica la fila e le istruzioni per annerire bene il pallino; sbarrare, spuntare o crocettare non vale! annerire. per bene.
Su un altro foglio ci saranno, sempre numerati da 1 a 100, i numeri delle domande scelte.
Operativamente: prima leggi il numero della domanda sul primo foglio, poi sfogli il librone per trovare la domanda, la leggi, leggi le 4 possibili risposte e riporti la lettera che ritieni giusta annerendo il pallino corrispondente sull'ultimo foglio. Due passaggi da fare con cautela visto che ci sono solo corrispondeze tra numeri. Eppure dovrebbero conoscere il trucchetto di inserire uno sfondo a righe alternate per facilitare la scrittura; evidentemente no. E se mi sbaglio nel riportare un pallino? peggio per me. Nessun errore è sanabile. "Fate la minuta sul foglio delle domande" suggerisce qualcuno, poi però ci vuole il tempo di riportare le risposte sul foglio a lettura ottica. Pennarello ? No. riportare dalla minuta in biro richiede 3-4 secondi, anche 5 se riguardi la lettera per non sbagliare; sono 8 minuti solo per ricopiare le risposte.
Avremo tassativamente 100 minuti, quindi in meno di un minuto dovremo cercare la domanda, leggerla, capirla, dare la risposta. Tipo rischiatutto insomma. Ma almeno i numeri delle domande saranno in ordine? Naturalmente no. Meno male che non ho il naso che cola sennò significava che per soffirami il naso mi bruciavo altri 7-8 minuti.
Nell'attesa che si protrae, somo oramai quasi le 11, i commenti verso ministra, governo e compagnia bella si fanno sempre più taglienti; l'insofferenza dilaga, siamo in attesa da 3 ore, senza poterci allontanare troppo né rilassare, un'atmosfera che mi ricorda quella delle barzellette dove il neo-padre vaga su e giù fuori dalla sala parto in attesa spasmodica che l'ostetrica venga ad annunciare il sesso del nascituro. Solo che qui, su questo piano, siamo quasi un centinaio.
Nel frattempo altri due falsi allarmi quando la dirigente è arrivata prima a portarci le buste grandi e i fogli a lettura ottica e poi quando è venuta a riprendersi due cartelline erroneamente consegnate.
11:30 arriva nuovamente la dirigente e come ogni arrivo precedente sembra un sasso in un formicaio: dai corridoi e dalle macchinette gli "aspiranti" si interrompono e ognuno raggiunge il proprio banco; anche stavolta non è la volta buona, vengono lette ufficialmente le istruzioni operative e chiariti gli ultimi dubbi: nessuno deve in alcun modo togliere il cellophane dal librone dei quesiti prima del suono della campanella; le sorveglianti dovranno tassativamente far cessare la compilazione al successivo suono di campanella.
11:45 arrivano i fogli con le domande; i sigilli dai libroni vengono aperti.
11:53 ci consegnano librone, foglio delle domande e foglio a lettura ottica; il tempo rallenta, tutti ai propri banchi, qualcuno osa e annerisce il pallino della lingua straniera scelta...4 secondi guadagnati.
Non so cosa provano tutti quelli che, sulla linea di partenza, aspettano il VIA, non sono mai stato un bravo sportivo e quando gareggiavo sapevo già di non avere chance, ma oggi credo di aver provato una sensazione simile. Il tempo si dilata e noi attendiamo....11:55...11:58...12:00...12:05: DRIIIIIIINNNNNN.
Mentre scrivo questo resoconto mi accorgo che quei cento minuti sono volati in un niente, chiuso nella mia bolla, mentalmente avevo già riordinato i primi 30 quesiti e sono partito, senza soste, senza tentennamenti, senza indugi.
Una domanda dopo l'altra segnavo la risposta sulla minuta e dove avevo dei dubbi piegavo il foglio del librone ripromettendomi di tornarci successivamente mentre nel mio foglio segnavo le possibili risposte buone. Via, una domanda dopo l'altra, veloce, carico, determinato quando la voce di una sorvegliante annuncia il giro di boa: metà tempo è andata.
Conto; pensavo di avere un buon ritmo e invece sono alla 48°; merda. Cambio di stragegia, nessun ripensamento è concesso; faccio le successive senza più piegare nulla, sperando di poter riguardare quelle lasciate in sospeso (una decina), leggo, rispondo e via; rifletterci? un lusso che non mi posso permettere.
Arrivo all'ultima domanda, mancano 8 minuti, riporto le risposte singole sul foglio a lettura ottica, mancano 3 minuti, provo a rileggere un paio di domande, manca 1 minuto, scelgo a sorte là dove avevo ipotizzato due possibilità, suona la campana, le ultime due, su cui non avevo nessuna ipotesi le annerisco alla cieca mentre le sorveglianti già stanno raccogliendo le buste.
Mi abbandono sulla sedia in preda ad una domanda: perché così poco tempo? Delle perplessità sul metodo del quizzone, dell'eccessivo nozionismo ho già scritto, ma ancora non mi spiego perché non darci nemmeno il tempo di riflettere? com'è possibile avere solo certezze in ogni ambito? quale logica in tutto questo?
Rinuncio a capire, sono fiacco. Resto seduto mentre quelli che non ce la fanno più si accalcano all'uscita, mi lascio attrarre da qualche mano che già stringe accendino e sigarette tra le mani; non mi alzo lasciando evaporare l'improvviso desiderio di fumare, infine prendo le mie cose e torno alla stazione; una sosta per una focaccia e una per dei dolcetti da condividere dopo cena.
Il treno parte alle 14:48, sono a casa poco prima delle 17.
24 ore.
Potrei controllare quante risposte ho azzeccato, ci hanno lasciato tenere librone e minuta, ma non ne ho voglia, riempio la vasca di acqua bollente, qualche goccia di olio profumato. Darò un bacio a mia moglie, ascolterò i miei figli e poi ho tante cose arretrate da smaltire. Domani è un altro giorno.

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