mercoledì 6 luglio 2011

insegnanti buoni o cattivi?

Una storiella, una di quelle impropriamente chiamate "storielle Zen", racconta di un Samurai che, uscito vittorioso da una difficile battaglia, si addormenta ai piedi di un gelso in fiore.
Al risveglio la sua attenzione viene rapita da un bozzolo che, illuminato dal sole, si muove lasciando intuire al suo interno la farfalla pronta ad uscirne.
Restò lì, immobile, alcune ore osservando gli sforzi che la creatura faceva per rompere il bozzolo e quando vide che i movimenti erano cessati, quando pareva che la farfalla avesse fatto tutto quello che poteva e che non avesse più possibilità di fare altro, il Samurai fu colto da una profonda compassione e col cuore colmo d'amore si avvicino al bozzolo e delicatamente lo aprì per fare uscire la farfalla.
La farfalla uscì immediatamente ma il suo corpo era rattrappito e le sue ali, poco sviluppate, si muovevano a stento. Il bravo Samurai rimase lì con lei a lungo, sperando che da un momento all'altro le ali si spiegassero e lei cominciasse a volare.
Solo al tramonto il Samurai si rese conto dell'amara verità: la farfalla era destinata a passare il resto della sua esistenza a terra perché quelle ali non si sarebbero mai più sviluppate. Il gesto d'amore del Samurai l'aveva condannata perché lo sforzo di rompere il bozzolo era ciò che serviva per rendere le sue ali pronte a sostenerla.
Ripenso spesso a questa storiella, soprattutto in occasione degli scrutini scolastici perché credo che molti, troppi, insegnanti si comportino come il Samurai della storiella e, con il cuore colmo d'amore, promuovano convinti di aiutare senza riflettere se, così facendo, non li si mandi avanti "con le ali rattrappite".

qui la versione stampabile.

lunedì 4 luglio 2011

vi presento Cece

pappatoria

mi prendi in braccio?

qui altro.

domenica 3 luglio 2011

le api

oggi il felino si è molto divertito a saltare in mezzo al trifoglio in fiore; quando qualcuno è in cortile lui si sente sicuro e si avventura. Lo attiravano soprattutto api e bombi che in gran numero si posavano sui fiori; ci ha messo poco a catturarne una e altrettanto poco a scoprire che pungono.
Ha fatto un salto a decollo verticale e poi, di gran carriera si è ritirato nel suo angolo leccando e scuotendo la zampina.
ah la natura...

sabato 2 luglio 2011

accade un giorno che

verso le due, arrivi a casa e trovi lui

gatto

che sta intimorito sotto l'alzata di un gradino immobile mentre ti fissa. Marco, il piccolo, esce tutto eccitato e mi racconta i vari passaggi che l'han portato da noi, dopo che qualcuno l'ha trovato per strada.
ho un debole per i gatti, rischio di affezionarmi e non è certo il periodo giusto per aggiungere una responsabilità in più.
La famiglia però sta uscendo, vanno agli scout e ne avranno fino a sera e mi lasciano li, col nuovo arrivato. lo faccio mangiare un pò poi salgo, i bimbi gli hanno già messo la sabbietta e una cesta; me ne guardo bene dal dargli un nome.
cerco di non pensarci mentre lavoro un po; cerco di convincermi che qualcuno lo sta cercando, che troveremo presto il suo padrone.
Resisto un paio d'ore poi, con una leccornia in mano, scendo a vedere che succede.
Non si è mosso da quell'angolo di cortile e come ti avvicini ti si struscia senza alcun timore; sembra aver familiarità con l'uomo, la sabbietta e la cesta mentre non si osa avventurarsi tra le fragole che ha di fronte; se mi allontano mi segue; cerca di arrampicarsi quando sei seduto.
Sembra proprio un gatto cresciuto in casa e non capisco come abbia potuto perdersi.
Sto con lui a lungo, lo accompagno ad esplorare il giardino, lo coccolo e lo nutro finché non mi si addormenta su una spalla, in precario equilibri e mi tiene lì, immobile, nel giardino in fiore, con il clima perfetto per essere in pace con il mondo intero. ma non ha ancora un nome.