venerdì 19 giugno 2009

Amarezza 3: ultima puntata (spero)

I tabelloni sono usciti ed i verbali saranno presto disponibili a chi vorrà vederli e quindi posso affrontare più liberamente un tema che mi è molto caro: rigore o tolleranza? quali i messaggi educativi dietro questi opposti modi di interpretare il ruolo valutativo dell'insegnante ?

In precedenza, animato da un indignazione personale, ho sbagliato bollando come "vergogna" una scelta democratica che non condividevo ma, per fortuna, ho trovato persone ragionevoli con cui discutere dell'argomento con maggiore serenità ed ho cambiato prospettiva, liberandomi di alcuni pregiudizi; ora voglio condividere con voi questo pensiero:

Partiamo da un ipotetico caso di un soggetto che arriva allo scrutinio finale con 5 materie nettamente insufficienti; com'è giusto che sia si procede ad un esame del caso, si discute e poi si vota se bocciare o se concedere l'opportunità di recuperare entro settembre. Ognuno porta le proprie idee ma tutti concordano sul fatto che 5 materie sono impossibili da recuperare in due mesi e quindi si vota, sapendo che in caso favorevole una materia verrà abbuonata ribaltando il giudizio di un professionista e regalandogli una sufficienza.
Io personalmente credo che siano impossibili da recuperare in due mesi anche solo 4 materie ma questo fa parte dei concetti opinabili e quindi è più che legittima ogni opinione in merito.
Spero invece che tutti siano concordi sul fatto che abbuonare un insufficienza sia un gesto di estrema generosità, gesto che spesso viene negato a chi ha solo una o due insufficienze.
Una scelta così generosa dovrebbe essere presa, a mio parere, solo in presenza di un comportamento particolarmente meritevole del nostro ipotetico soggetto in questione e dunque andrebbero opportunamente elencati e verbalizzati quali siano i motivi che hanno spinto il consiglio a prendere questa decisione.

Aggiungo poi che se io fossi uno degli alfieri del partito "pro grazia" sentirei il dovere morale di presentarmi a tutta la classe per spiegare chiaramente quali siano i meriti che hanno portato ad un gesto così generoso in modo che poi, l'anno successivo, anche tutti gli altri sappiano come comportarsi e come affrontare l'anno. Perché se queste spiegazioni non vengono date allora gli altri si sentirebbero liberi di pensare quello che credono e non tutti i pensieri potrebbero essere lusinghieri.

Questo nel caso ipotetico ma allora perché tutta quest'amarezza e questa indignazione ?
Semplicemente perché finora, in diversi casi specifici, le motivazioni dei colleghi "buonisti" ancora non le conosco.

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